UN VENTICINQUE APRILE DI DISTRUZIONE E MORTE

UN VENTICINQUE APRILE DI DISTRUZIONE E MORTE

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Un venticinque aprile da non festeggiare. Sì, proprio il 25 aprile. Un anno dopo anche Parma, come tutte le città italiane, avrebbe accolto in festa i “liberatori”. Ma adesso, in quel 25 aprile del ’44, i liberatori erano lì per fiaccare la resistenza repubblichino-nazista e quindi a seminare distruzione e morte. La nuova Apocalisse arrivò alle 12,15. Quando stavano per essere celebrati i primi funerali solenni dei primi 15 morti di due sere prima. Questa volta il bombardamento fu ancora più vasto e devastante di quello di due sere prima. Dai libri e dai vari documenti storici risulta che furono colpiti questi “bersagli”: Piazza Garibaldi, Via Mazzini, via Cavour, Borgo Santa Brigida, borgo San Biagio, via Cairoli, Borgo Antini, Borgo Regale, Piazzale San Lorenzo, Via XXII luglio, Borgo Felino, Borgo Riccio, Viale delle Rimembranze, Orto Botanico, Chiesa di San Pietro, Chiesa della Steccata, Chiesa della Trinità, Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Seminario Maggiore, via Farnese, Asilo Guadagnini. Più di 130 morti, più di 150 feriti. 
Di quella seconda devastante incursione aerea anglo-americana scrisse, tra l’altro, Arnaldo Barilli: “Passavano e ripassavano sulle nostre teste chine i motori rombando; udivamo il sibilare delle bombe, ne seguivamo il cammino con il respiro sospeso. Ne udivamo lo schianto. Dove avranno colpito? Ci chiedevamo. Da Piazza Garibaldi scomparve il palazzo dei Conti Bondani, che ospitava la Banca Commerciale; in frantumi l’inizio di via Mazzini, danneggiata la Chiesa di S. Pietro. Anche via Cavour ne soffrì … miracolosamente indenne la cupola della Basilica di S. Giovanni, per lei hanno pagato via Cairoli, il Seminario, via Venti marzo,  e l’elenco prosegue all’infinito  … fino agli  angoli periferici della città. L’animo non regge – conclude Barilli – a riandare e enumerare tanta iattura. E solo ci si consola pensando che per l’amore e per la tenacia dei suoi figli Parma saprà risorgere dalle sue ceneri, più bella di prima.
La “Gazzetta di Parma”, che in quel periodo di guerra non era nelle mani della famiglia Molossi (che era uscita dalla proprietà nel ’28), ma del Governo repubblichino, diede notizia del nuovo bombardamento nell’edizione del 28 aprile, con un articolo su tre colonne dal titolo “Violento attacco terroristico sul centro della città”. Si legge tra l’altro in quell’articolo:  “…Per gli edifici sinistrati si contano chiese e collegi: la Basilica dela Steccata, insigne monumento d’arte e di fede, la Chiesa di Santa Teresa, il Collegio femminile di San Carlo, il Collegio salesiano di San Benedetto e la Chiesa parrocchiale annessa, altre due chiese, l’Asilo infantile Guadagnini, il Seminario Maggiore, la Piazza del Mercato e vari Palazzi sede di Istituti di credito e di uffici.”
Ma accanto a questo articolo venne pubblicato anche un trafiletto con un pesante attacco al grande direttore d’orchestra parmigiano Arturo Toscanini, esule negli Stati Uniti” perché contrario al fascismo.

GRAZIE TOSCANINI!

Ecco il testo di quel trafiletto, intitolato “Grazie Toscanini!”: “I “liberatori” acquistati con i dollari raccolti nei concerti di “beneficenza” in cui hai profuso la tua insuperabile arte, hanno seminato la distruzione e la morte sulla tua città. Grazie, grande concittadino, grazie a nome dei bimbi, delle donne, dei lavoratori straziati dalle tue bombe. Grazie per le Chiese, per le case, per le strade della tua Parma distrutte e sconvolte. Grazie per questo messaggio di morte che ci hai mandato da lontano, dalla tua comoda casa di oltreoceano, forse in un momento di… nostalgia. E con te ringraziamo anche gli ammiratori – eterni illusi – che ti credevano il Dio protettore della loro vita e della loro Parma! Grazie, le bombe hanno spezzato un diaframma di auree menzogne, dietro al quale è possibile a tutti finalmente vedere la tua anima immonda di rinnegatore della Patria”.
(Seconda puntata. Continua)
(Nelle foto, dall’alto: 1) La Chiesa di San Pietro, in piazza Garibaldi, colpita pesantemente; 2) Le ferite della Chiesa della Steccata; 3) Case sventrate in via Cairoli; 4) Devastazioni in via Cavour; 5) L’asilo infantile Guadagnini distrutto; 6) La cronaca della “Gazzetta di Parma” del 28 aprile 1944; 7) Il trafiletto “Grazie Toscanini!”)